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Parto prematuro: complicazioni

incontinenza post-partum
Tempo di lettura: 5 minuti

I bambini che nascono prima della 37° settimana di gestazione sono considerati nati prematuramente. Le mamme che partoriscono prematuramente sono spesso spaventate e nervose perché i neonati prematuri hanno una maggiore probabilità di avere una o più complicazioni e perché il rischio di complicanze aumenta con il grado di prematurità. Qualsiasi complicazione di un neonato prematuro viene trattata nell’unità di terapia intensiva neonatale (TIN). Qui di seguito è riportato un elenco delle più comuni complicazioni cui può andare incontro un neonato prematuro.

Immaturità polmonare – La maggior parte dei bambini raggiungono la maturità dei polmoni dalle 36 settimane di gestazione. Tuttavia, questo può non essere vero per tutti i bambini poichè ogni bambino si sviluppa ad un ritmo diverso. Se la mamma e il suo medico curante sospettano che vi possa essere un parto prematuro, si può eseguire l’amniocentesi per verificare il livello di maturità dei polmoni. In alcuni casi, prima che avvenga il parto, si possono somministrare steroidi al bambino per aiutare ad accelerare lo sviluppo dei polmoni. La preoccupazione più grande quando si arriva a un travaglio prematuro è lo sviluppo polmonare del neonato.
Qui indichiamo alcune delle complicazioni che possono verificarsi in caso d’immaturità polmonare:
Sindrome da distress respiratorio (RDS) – provoca difficoltà ventilatorie per la mancanza di un agente tensioattivo nei polmoni chiamato “surfattante”, che aiuta ad evitare che i polmoni collassino. Il trattamento comporta una o più dei seguenti elementi: l’ossigeno (per mezzo di un cappa ad ossigeno), l’uso di un respiratore, la ventilazione a pressione positiva continua, l’intubazione endotracheale e in casi gravi, la somministrazione di surfattante.
Tachipnea transitoria – è una respirazione rapida e superficiale che si può verificare sia nei neonati prematuri che nei bambini a termine. Il recupero avviene di solito entro 3 giorni. Finchè il neonato non ha recuperato l’alimentazione può essere difficoltosa e può, in alcuni casi, rendersi necessaria una nutrizione per via endovenosa (parenterale). Di solito non è necessario nessun altro trattamento.
Displasia broncopolmonare (BPD) – si verifica quando i polmoni del bambino mostrano segni di alterazione. Purtroppo, quando i prematuri sono messi nel respiratore i loro polmoni sono ancora immaturi e a volte non riescono a sopportare la pressione costante del respiratore. I prematuri che sono stati in un respiratore per più di ventotto giorni sono a rischio per lo sviluppo di BPD. Anche i prematuri recuperano da questa sindrome, ma può essere necessario un po’ più di tempo rispetto agli altri.

Polmonite – A causa di tutte le complicazioni legate ai problemi respiratori dei prematuri, può verificarsi una polmonite. La polmonite è un’infezione dell’area del polmone coinvolta nello scambio di anidride carbonica e ossigeno e causa un’infiammazione che riduce lo spazio a disposizione per lo scambio di aria. Questo si traduce in un’insufficiente apporto di ossigeno al corpo. Il trattamento comprende antibiotici così come ossigeno e intubazione. Se la polmonite non viene riconosciuta e trattata, può evolvere in una forma mortale o portare a sepsi o meningite.

Apnea e bradicardia – L’apnea è l’assenza della respirazione. Nella TIN un allarme sonoro segnala se il neonato ha una respirazione irregolare, cioè con intervalli formati da pause di più di 10-15 secondi. La bradicardia è la riduzione della frequenza cardiaca. Un allarme sonoro segnala anche se la frequenza cardiaca del vostro neonato scende al di sotto di 100 battiti al minuto. Di solito un piccolo colpetto o una semplice strofinata sulla schiena consente di ricordare al prematuro di respirare o riporta la frequenza cardiaca ai livelli di sicurezza.

Infezione – Un bambino prematuro potrebbe non essere pronto a combattere alcune infezioni e per la sua sicurezza viene posto in un incubatore per fornirgli protezione contro le possibili infezioni.

Ittero – E’ un colore giallognolo della pelle causato dalla formazione eccessiva di bilirubina nel sangue. Il trattamento è la fototerapia e comporta l’esposizione del neonato alla luce ultravioletta, da circa una settimana a 10 giorni.

Emorragia intraventricolare (IVH) – I bambini nati a meno di 34 settimane hanno un maggior rischio di sanguinamento nel loro cervello. Ciò accade perché i vasi sanguigni immaturi non riescono a tollerare i cambiamenti nella circolazione che hanno luogo durante il travaglio. Questo evento può portare a complicazioni future, quali paralisi cerebrale, ritardo mentale e difficoltà nell’apprendimento. L’emorragia intracranica si verifica in circa 1/3 dei bambini nati a 24-26 settimane di gestazione. Se si evidenzia un travaglio pretermine e questo risulta inevitabile, esistono farmaci che possono essere somministrati alla madre per contribuire a diminuire la possibilità di grave emorragia intracranica nel neonato.

Incapacità di mantenere il calore corporeo – Il prematuro nasce con poco grasso corporeo e la pelle immatura non gli consente di mantenere il calore corporeo. Il trattamento comporta l’uso di riscaldatori o incubatori per aiutare a mantenerli al caldo.

Immaturità del sistema gastrointestinale e dell’apparato digerente – I neonati prematuri nascono con il sistema gastrointestinale troppo immaturo per assorbire le sostanze nutritive in modo sicuro. Perciò ricevono il loro nutrimento iniziale per via endovenosa (IV) mediante la nutrizione parenterale totale (TPN). Dopo pochi giorni, i neonati possono essere alimentati attraverso un tubo con latte materno o artificiale, perché il neonato non è ancora abbastanza maturo per deglutire o succhiare per conto proprio.

Anemia – Si tratta di una malattia causata da una concentrazione di globuli rossi anormalmente bassa. I globuli rossi sono importanti poichè contengono l’emoglobina che trasporta l’ossigeno. La maggior parte dei neonati dovrebbero avere livelli oltre i 15 grammi. Tuttavia, i prematuri sono ad alto rischio di averne bassi livelli e quindi sono a rischio di anemia. Se l’anemia è grave, il trattamento comporta trasfusione di globuli rossi.

Pervietà del Dotto Arterioso (PDA) – Si tratta di un disturbo cardiaco che provoca difficoltà respiratorie dopo il parto a causa di un vaso sanguigno aperto, chiamato dotto arterioso. Durante lo sviluppo fetale il dotto arterioso è aperto per consentire al sangue di essere deviato dai polmoni nell’aorta, poiché il bambino non respira fino a dopo il parto. Il feto produce una sostanza chimica, chiamata prostaglandina E, che circola nel suo sangue mantenendo il dotto arterioso aperto. Al momento della nascita a termine, i livelli di prostaglandina E cadono e causano la chiusura del dotto arterioso, permettendo ai polmoni dei neonati di ricevere il sangue di cui hanno bisogno per funzionare correttamente una volta che sono venuti nel mondo. In caso di parto pretermine, la prostaglandina E può permanere allo stesso livello mantenendo il dotto arterioso aperto. Il trattamento comporta la somministrazione di un farmaco che blocca o rallenta la produzione di prostaglandine E.

Retinopatia del prematuro (ROP) – Si tratta di un disturbo oculare che può rendere ciechi. Essa colpisce la maggior parte dei prematuri tra 24-26 settimane di gestazione e non di rado pregiudica anche i prematuri al di là di 33-34 settimane di gestazione. Ci sono molti differenti stadi e il trattamento dipende dalla gravità e può includere chirurgia laser o criochirurgia.

Enterocolite necrotizzante (NEC) – Questa condizione si verifica quando una porzione di intestino del neonato sviluppa uno scarso flusso di sangue che può portare a infezioni nella parete intestinale. Il trattamento comprende l’alimentazione endovenosa e gli antibiotici. Solo nei casi più gravi è necessaria un’operazione.

Sepsi – Questa è una condizione medica in cui i batteri entrano nel flusso sanguigno. La sepsi porta spesso l’infezione ai polmoni e quindi può portare alla polmonite. Il trattamento prevede l’uso di antibiotici.

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