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La Spirale o IUD è un contraccettivo meccanico

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IUD – Spirale o dispositivi intrauterini
La Spirale o IUD è un contraccettivo meccanico che, come sicurezza contraccettiva, si colloca subito dopo la pillola. Questo dispositivo si inserisce all’interno dell’utero ed impedisce l’attecchimento dell’ovulo fecondato. Per poter inserire lo IUD occorre un’apparato ginecologico normale. Infatti non è indicato in caso di malformazione o iposviluppo dell’utero, oppure in presenza di fibromatosi.
La Spirale essendo un contraccettivo meccanico presenta alcuni vantaggi rispetto alla pillola: il suo effetto è limitato al solo apparato genitale della donna e l’inserimento richiede la decisione contraccettiva da parte della paziente soltanto una volta, mentre la sua efficacia dura fino a cinque anni. Di solito si raccomanda di inserire lo IUD durante le mestruazioni, ma può essere inserito in qualsiasi momento del ciclo, purché la donna non sia gravida.

Come funziona – L’inserimento dello IUD causa una reazione infiammatoria da corpo estraneo e attrae i neutrofili. La cavità endometriale, di solito, ritorna sterile in 24 h, ma l’infiammazione persiste. I prodotti del catabolismo dei neutrofili sono tossici per lo sperma e questa azione spermicida previene la fecondazione. La reazione infiammatoria cessa quando il IUD viene rimosso.

Efficacia e problemi – L’incidenza mensile del concepimento, nel primo anno dopo la rimozione di un IUD, è la stessa di quando si interrompe l’uso del profilattico o del diaframma. Infatti dopo un anno il 90% delle donne riesce ad iniziare una gravidanza. Tra gli effetti collaterali e le complicanze vi sono il sanguinamento ed il dolore che sono responsabili di oltre il 50% delle rimozioni di un IUD. Si verificano nel 15% circa delle donne durante il primo anno e nel 7% durante il secondo anno di uso. Attualmente, oltre alla spirale classica che contiene rame, si inseriscono anche IUD che contengono progesterone. Il progesterone migliora l’efficacia contraccettiva trasformando l’endometrio di cui riduce anche la crescita. Questo effetto terapeutico è utilizzato anche in caso di sanguinanti irregolari e non solo a scopo contraccettivo.

Complicazioni – La percentuale delle espulsioni spontanee è più alta nelle donne giovani e nelle nulligravide, è maggiore durante il primo anno (circa il 10%) e si verifica, in massima parte, nei primi mesi dopo l’inserimento. Se si inserisce un nuovo IUD ci sono buone possibilità che esso venga trattenuto. Circa il 20% delle espulsioni avviene senza che la paziente se ne renda conto e può essere seguito da una gravidanza indesiderata.
La perforazione dell’utero è un problema potenzialmente grave, ma poco comune, che si può verificare durante il posizionamento (1 su 1000 casi). Se non si riesce a visualizzare il dispositivo o il filo durante la visita ginecologica, si deve eseguire un’ecografia ed eventualmente una Rx dell’addome.

Tutti i dispositivi che si trovano in cavità peritoneale devono essere rimossi mediante la laparoscopia perché possono causare aderenze intestinali.

La contaminazione batterica della cavità uterina che si verifica al momento dell’inserimento, si risolve di solito dopo 24 h ed i fili dello IUD non rappresentano di per sé un tramite più pericoloso per l’ingresso di batteri all’interno dell’utero. Tuttavia, non si deve applicare lo IUD in caso di cervicite, perché il posizionamento causerebbe l’introduzione di batteri patogeni addizionali. Le infezioni pelviche che si verificano dopo 30 o più giorni dell’inserimento di uno IUD sono trasmesse sessualmente e non sono causate dalla spirale in sè. Quando si verificano possono essere trattate senza rimuovere il dispositivo, a meno che l’infezione non sia grave o che la donna non sia gravida. Anche se le portatrici di IUD hanno un’incidenza di salpingite clinica 3 volte maggiore rispetto alle donne che non lo usano e poiché il rischio di infezione dopo l’inserimento di un IUD è basso, la profilassi antibiotica sistemica al momento dell’inserimento non è indispensabile.

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